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31 Agosto 2012
VINO: VENDEMMIA IN CALO MA DI QUALITA’, RISCHIO FRANE E SMOTTAMENTI

In calo ma di qualità. La vendemmia, anticipata di alcune settimane come accade ormai da alcuni anni, ha presto dileguato i timori delle scorse settimane quando la siccità e le ondate di calore dei vari Scipione, Caronte, Minosse e poi Lucifero, avevano fatto presagire il peggio. Ed invece, complici le ultime decisive piogge, leggere ed intense quanto basta per far rinvigorire le viti e “gonfiare” i chicchi, la prossima raccolta tra i filari del Montecarlo Doc e delle Colline Lucchesi, si preannuncia molto positiva. A completare l’opera della natura potrebbero essere le piogge attese in queste ore anche se le precipitazioni previste soprattutto in questa fase rischiano di aggravare idanni soprattutto se accompagnate da grandine. “Se la pioggia è intensa i terreni secchi – analizza Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti - non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti mentre la grandine provoca danni irreparabili alle colture incampo”. I viticoltori chiedono “piogge leggere ed intense come quella della scorsa settimana. Sarebbe fantastico – commenta Gino “Fuso” Carmignani, Presidente del Consorzio Montecarlo Doc passeggiando tra le sue viti – se avesse continuato a non piovere per una settimana ancora, oggi, probabilmente, staremo qui a parlare di tutt’altro. Magari di un disastro. La natura ci ha voluto bene anche questa volta”. La siccità, in realtà qualche problemi lo ha creato alle viti della lucchesia: “lo stress idrico porterà ad un calo di produzione delle uve precoci come il syrah e il merlot tra il 15% ed il 20%, mentre per le uve tardive come il trebbiano, sangiovese e cabernet stiamo aspettando in gloria la pioggia. L’unica preoccupazione resta la grandine che sarebbe devastante”. Raccolta al via già da lunedì, per proseguire per tutto il mese di settembre. “Siamo in anticipo – spiega ancora il Presidente del Montecarlo Doc – di qualche settimana. Ormai ci siamo abituati”.
 
Secondo Coldiretti che sta monitorando da settimane le fasi di maturazione dei grappoli e lo stato di salute delle vigne, la situazione di crisi idrica ha imposto ai viticoltori interventi di diradamento dei grappoli piuttosto consistenti riducendo il carico produttivo delle piante. Molte aziende che non hanno la possibilità di effettuare irrigazioni di soccorso hanno sopperito all’emergenza con interventi agronomici (lavorazioni superficiali)  riducendo, in tal modo, le perdite di evaporazione di acqua dal suolo. “La qualità si preannuncia buona – spiega Antonio Furlanetto, Responsabile Provinciale Coldiretti - Infatti, una primavera climaticamente favorevole ha assicurato alle uve una crescita lineare e priva di attacchi fungini, anche se adesso, per gli effetti delle estreme condizioni climatiche dei mese di luglio e agosto, si ravvisano  in qualche caso disfunzioni nella fase di piena maturazione delle uve ed un arresto delle normali  funzioni fisiologiche della pianta. Inoltre la scarsità di precipitazioni ha limitato in molti casi l’accrescimento dei grappoli, pregiudicando parzialmente la resa da uva in vino. Stimano un calo tra del 20%”.
 
La prossima vendemmia dovrebbe produrre circa 20 mila ettolitri, quasi equamente suddivisi tra Montecarlo Doc e Colline Lucchesi,quasi 2 milioni di bottiglie frutto di 290 ettari di vigneti. “La pioggia è stata decisiva – spiega Carlo Montrasio dell’azienda “Il Colle” di Porcari – da lunedì noi iniziamo come le uve merlot, e poi via via, a seconda della maturazione, raccoglieremo le altre. Verso la metà del mese sarà il turno del sangiovese e poi del trebbiano”. Anche per il nettare delle Colline Lucchesi, quasi 1 milione di bottiglie prodotte, la vendemmia sarà in anticipo: “Un po’ lo è – ammette Montrasio  - ci sarà un po’ meno quantità ma la qualità mi sembra davvero eccellente”. Preoccupa invece l’annata olivicola iniziata nel migliore dei moto con un’ottima allegagione che lasciava intendere livelli di produzione record. L’andamento climatico ha invece determinato stress consistenti a carico degli impianti con forti cascole delle drupe e perdite di circa 8-10% della produzione. “L’unico aspetto positivo – analizza Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti - è quello relativo allo stato fitosanitario delle piante: il nemico più temuto dell’olivo, la Mosca, in queste condizioni è fortemente contenuto. Se per il vino la stagione si è messa sulla strada giusta, per quella olivicola ci sono ancora forti dubbi e dovremo aspettare ancora qualche settimana. E’ ancora presto – spiega ancora – per fare stime più approfondite”. E’ certo che la siccità, e più in generale i cambiamenti climatici, hanno reso urgente interventi per affrontare l’emergenza ormai diventata un appuntamento fisso: “Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con interventi finanziari per affrontare l’emergenza – conclude Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti - ma anche con misure strutturali con le opere per la conservazione della acqua con il necessario potenziamentodegli invasi per l’avvenuta modifica della distribuzione della pioggia”.
 

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