Burocrazia e cavilli amministrativi bloccano lo sviluppo dell’agricoltura viareggina. In fumo i finanziamenti della Comunità Europea per colpa dei ritardi inferti dalla macchina pubblica alle aziende agricole costrette a subire “il peso” degli ingranaggi, spesso farraginosi, della burocrazia, e a rinunciare ad importanti contributi per far crescere attività e occupazione. Sotto accusa anche la “diffidenza cronica verso l’agricoltura” che resta uno dei settori più importanti della Versilia.
A farlo presente all’amministrazione comunale di Viareggio è la Coldiretti Provinciale che ha inviato, dopo una serie di incontri del “Tavolo Verde”, una lettera agli Assessori, Antonio Cima e Roberto Bucciarelli in riferimento “all’attuale normativa di legge nelle aree agricole classificate dal piano strutturale E1, quelle situate a Sud di Viareggio tra la ferrovia di Lucca e Torre del Lago dove operano le più importanti aziende florovivaistiche del comune sia per dimensione, dipendenti, strutture. E la zona E2, situata invece a Nord di Viareggio (località Migliarina) e soggetta al regolamento regionale (area patrimonio collinare).
Ed è proprio sull’area Sud dove le aziende agricole insediate hanno trovato, e trovano tutt’oggi difficoltà e burocrazia. Un’area dove i vincoli paesaggistici ritardano notevolmente le decisioni rallentando la produttività e la crescita delle aziende: “Le aziende incontrano difficoltà oggettive – spiega Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti – hanno difficoltà nel dotarsi di strutture per sviluppare l’attività, o in diversi casi, ad accedere ai finanziamenti europei per chi ha provato ad intraprendere quel percorso. E’ impensabile che trascorrano diversi mesi prima di ottenere un’autorizzazione per una serra o un annesso agricolo. La tempistica – analizza Ciarrocchi – è fondamentale soprattutto in funzione della possibilità di accedere, in tempi e modalità prefissate, ai finanziamenti europei, nazionali e regionali”. Ritardi che “fanno decadere – spiega ancora il Direttore Provinciale – la decadenza dei finanziamenti o il rischio di ritrovarsi fuori mercato con danni incalcolabili che si ripercuotono sull’azienda, fatturati e occupazione. Come le aziende agricole rispettano procedure e tempistiche crediamo che anche la macchina amministrativa debba fare altrettanto. Non è possibile guidare una Ferrari con il motore di una utilitaria”.
Coldiretti è bene a conoscenza “dei vincoli particolari con cui l’amministrazione si deve ogni volta confrontare ma è altrettanto realistico riconoscere che per le aree artigianali del “Cotone” le difficoltà sono state superate. Ci sono due pesi e due misure per due settori, agricoltura e artigianato, strategici per il territorio”. Vincoli che non permettono la realizzazione di serre fisse, annessi agricoli e fabbricati rurali indispensabili per lo sviluppo e la crescita delle aziende, e persino l’installazione di una serra stagionale, recinzioni. “Il mondo agricolo – sottolinea Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – è monitorato in maniera certosina ed apparentemente con un retaggio di paura e preoccupazione che si possa sviluppare chissà quale mostro ecologico o possa sparire improvvisamente il territorio. Siamo i primi a scendere in difesa del territorio e dell’ambiente – sottolinea la Presidente che già era intervenuta anche sulla questione dell’inquinamento del Lago di Massaciuccoli – basterebbe solo applicare le normative dell’area E2 all’E1”. La principale organizzazione agricola si rende però disponibile ad un nuovo confronto: “Prima dell’adozione del nuovo strumento urbanistico – conclude il Referente per la Versilia, Maurizio Del Chiaro - ci auguriamo che l’amministrazione ascolti quello che abbiamo da dire”.