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16 Luglio 2014
UNGULATI: FARRO GARFAGNANA E PRODUZIONI TIPICHE SOTTO ATTACCO CINGHIALI, NUOVI RAID IN GARFAGNANA

La presenza fuori controllo della popolazione di cinghiali in Garfagnana sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza di alcune delle più importanti produzioni tipiche del territorio come il Farro della Garfagnana Igp, alcune varietà di grano, come il grano saraceno ed il granturco formenton ottofile (o granturco da polenta garfagnino) oggi prodotto da appena una decina di produttori sparsi in una manciata di comuni. Ma a sotto attacco ci sono anche i vigneti che stanno entrando in una fase molto delicata e la stabilità di terreni, terrazzamenti e prati. Compromessa una parte dei prossimi raccolti. Il numero di esemplari di cinghiali, caprioli e fauna selvatica in generale ha, inoltre, un peso specifico molto alto nell’abbandono e nella progressiva erosione dei terreni agricoli in particolari nelle aree marginali, montane (oltre 1.000 ettari in meno in 10 anni) e svantaggiate; aree dove la presenza dell’agricoltura, e quindi dell’uomo, gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’assetto e della stabilità idrogeologica dei terreni.

A denunciarlo è Coldiretti Lucca che torna a chiedere, dopo le decine di segnalazioni pervenute in questi mesi all’Ambito Territoriale di Caccia 11, una più intensiva azione di catture. Secondo Coldiretti il 70% dei danni agricoli sono da imputare alla presenza del cinghiale. Un dato avvallato da più studi e ricerche: i cinghiali sarebbero più della metà del totale della popolazione di ungulati. “Il contenimento degli ungulati operato nei mesi autunnali – spiega Maurizio Fantini, Direttore Provinciale Coldiretti - si è rilevato insufficiente: crescono le nascite e questi animali sono sempre meno selvatici, attratti dai campi coltivati e dai prodotti appetitosi che trovano. E’ abbastanza evidente che va trovata una soluzione ad un problema annoso, bennoto, che nonostante gli sforzi non sembra essere risolvibile”.

Si unisce alla protesta degli agricoltori anche il Consorzio del Farro della Garfagnana IGP impegnato nel valorizzare e commercializzare il prodotto “simbolo” del Made in Garfagnana ” che i cinghiali stanno compromettendo: “Siamo chiaramente preoccupati – spiega Lorenzo Satti, Presidente del Farro Garfagnana IGP oltre che del Consorzio Garfagnana Produce - per le sorti del raccolto ormai prossimo del farro. Ogni anno, malgrado gli sforzi, assistiamo inermi ad una progressivariduzione delle superfici coltivate da parte dei coltivatori sfiniti e stufi di far fronte ai danni e di vedere periodicamente i raccolti perduti”. La presenza degli ungulati sta contribuendo, oltre che a “cancellare” alcune varietà preziose ad allontanare molti agricoltori e tantissimi hobbisti dalle montagne: “La presenza dell’agricoltura, professionale ma anche e spesso part-time in territori montani dove la cultura dell’orto domestico è molto radicata, è di estrema importanza. Gli ungulati stanno mettendo a rischio tutte quelle varietà legate al territorio che rappresentano – proseguono Coldiretti e Consorzio – la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura agricola a scapito di varietà internazionali che omologano i prodotti e ci rendono esattamente uguali a tutti gli altri. Non si tratta di un danno solo economico ma culturale edagricolo incalcolabile”.

Per Coldiretti ed il Consorzio Garfagnana Produce è necessario “riportare la situazione ad uno stato di controllo. Dissuasori, catture, opere di prevenzione, opere di contenimento, possono essere uno strumento efficace se applicate con criterio e continuità”.

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