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5 Marzo 2014
SCUOLA: BOOM ISCRITTI ALL’ISTITUTO AGRARIO DI LUCCA (+88%), GLI ALUNNI DELL’ULTIMO ANNO INCONTRANO I LORO FUTURI COLLEGHI

In agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee inno...vative il percorso imprenditoriale sia per chi vuole trovare un’occupazione. Lo hanno capito i giovanissimi studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Statale Nicolao Brancoli Busdraghi di Lucca che nell’ultimo anno in particolare ha conosciuto un vero e proprio boom di iscritti. Rispetto all’anno scolastico 2011/2012 sono l’88% gli iscritti al primo anno che hanno “costretto” l’Istituto ad attivare tre classi prime per garantire la formazione di 64 neo-alunni (erano 34 nell’anno precedente) per un totale di 300 alunni. L’ottimo trend dell’Istituto lucchese conferma un’inversione di tendenza notevole che ha visto, nell’ultimo anno, un aumento record del 29 % delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria (fonte Coldiretti su dati dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca). La campagna torna dunque prepotentemente a crescere nell’interesse delle giovani generazioni in netta controtendenza rispetto al passato quando la vita agricola era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale. I giovani di oggi vogliono tornare a fare il lavoro dei loro trisavoli: guardano indietro per andare avanti ma con spirito innovativo, visione moderna e strumenti tecnologici consapevoli delle difficoltà che dovranno affrontare. A dirlo è Coldiretti Lucca che ha partecipato ad un importante momento di incontro e confronto con i giovani dell’ultimo anno dell’Istituto che una volta “laureati” potranno mettere a frutto le conoscenze e le competenze acquisite tra i banchi di scuola. L’incontro è stato organizzato da Franco Grossi, Insegnante tecnico pratico delle materie economiche e dal Vicario dell’Istituto, Paolo Boddi. Per Coldiretti hanno partecipato, in qualità di relatori, Antonio Furlanetto e Fabio Paoli, la coordinatrice regionale dei progetti per le scuole, Paola Saviotti e Adolfo Giannecchini, Responsabile Nazionale del settore florovivaismo per Fai (Filiera Agricola Italiana).

Secondo Coldiretti i giovani tra 18 e 24 anni preferirebbero gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o anche lavorare in una multinazionale (19%) ma visti i tempi difficili per chi cerca un lavoro quasi 1 su 4 accetterebbe (23%) un posto da spazzino, il 27% entrerebbe in un call center ed il 36% farebbe addirittura il pony express. Per chi ha scelto invece un percorso agrario, agroalimentare o agroindustriale il cammino sarà – si spera - diverso: saranno tra quel 30% di giovani “fortunati” destinati a fare un lavoro totalmente coerente con i loro studi, e non saranno costretti per necessitò riciclarsi o adattarsi ad altri percorsi. “La campagna – hanno spiegato i relatori - offre interessanti opportunità a chi ha entusiasmo, spirito di sacrificio ed adattamento. Sia per chi vuole diventare imprenditore di se stesso, ed aprire quindi un’azienda agricola anche attraverso il sostegno di misure e forme di contributo, sia per chi vuole lavorare all’interno di un’azienda anche stagionalmente”. A questo proposito Coldiretti ha lanciato, proprio in questi giorni, la banca dati di aziende agricole che assumono alla quale potrà attingere quel 68% dei giovani che, secondo l’organizzazione agricola, vorrebbe lavorare in agricoltura anche magari solo nel periodo estivo o della vendemmia. I settori su cui puntare sono i più diversi, le parole d’ordine sono sempre più “diversificare” e “filiera agricola”. “Oggi – ha spiegato Coldiretti – non basta più produrre, è importante saper diversificare e sfruttare tutti gli aspetti previsti dalla legge sulla multifunzionalità che è stata una grande conquista per il mondo agricolo: un’azienda può produrre ortaggi, fiori e formaggi ma fare anche ricettività, essere protagonista della manutenzione della viabilità oppure organizzare attività didattiche, e molto altro ancora. La visione di chi fa agricoltura oggi è completamente diversa da chi faceva agricoltura 50 anni fa. La formazione, quindi la scuola, unita alla pratica sul campo, sono punti fondamentali per la futura classe imprenditoriale del territorio che dovrà affrontare sfide ben più difficili rispetto a quelle dei loro trisavoli avendo come punto di riferimento un mercato sempre più difficile, agguerrito e competitivo”. A guidare i giovani che vogliono intraprendere questo percorso Coldiretti ha introdotto anche la figura dei tutors pronti, davanti ad un caffè, a raccontare l’esperienza di vita che li ha trasformati da studenti in imprenditori.

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