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24 Gennaio 2012
FISCO/LUCCA: APPELLO AI SINDACI, STANGATA IMU SU MIGLIAIA DI IMPRESE AGRICOLE DELLA LUCCHESIA

Stangata Imu su centinaia di imprese agricole. E Coldiretti scrive ai sindaci per chiedere di dimezzare l’aliquota per fabbricati rurali e terreni agricoli. “Non di essere esentati – precisa Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – ma di applicare un’imposta equa. L’Imu va pagata sulle case e sui fabbricati ad uso abitativo, ma non su stalle, fienili, rimesse e cantine. E sono tanti sopratutto in Lunigiana. Anche noi vogliamo fare la nostra parte per aiutare il paese in un momento di profonda difficoltà ma un’imposta con queste caratteristiche rischia di provocare un danno dagli imprevedibili effetti sulle campagne”. Precisazione doverosa in vista delle azioni che Coldiretti sta portando avanti in tutti i comuni. Dopo aver incontrato e trovato l’appoggio del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi che si è impegnato a scrivere al Ministro per le Politiche Agricole, Mario Catania, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, Coldiretti è pronta ora a sensibilizzare tutti i sindaci della lucchesia, dalla Garfagnana alla Versilia. “Invieremo una lettera – spiega la Pierotti – e li vedremo. Uno per uno”.
L’Imposta Municipale Unica varata dal Governo nell’ambito del decreto “Salva Vita” rischia seriamente di rivelarsi un colpo di grazia per le già fragili economie agricole. L’Imu colpirà tutti i fabbricati rurali, tra l’altro fino ad oggi esentati, ed anche i fabbricati ad uso strumentale senza distinzione alcuna. In pratica gli agricoltori potrebbero essere costretti a pagare l’Imu anche su stalle, fienili, magazzini per attrezzi, granai, cantine e pollai. Stando ad una simulazione di Coldiretti l’imposta unica produrrà un incremento fiscale per le aziende agricole tra il 50% ed il 150%. Tradotto in euro: da alcune centinaia di euro a diverse migliaia di euro a secondo naturalmente dei volumi, della loro ubicazione e dell’utilizzo. Inevitabili le ripercussioni nelle campagne toscane dove gli agricoltori hanno già manifestato più di un malumore; qualcuno ha anche azzardato l’ipotesi di demolire i fabbricati ad uso strumentale piuttosto che essere costretto a pagare la “patrimoniale agricola” come è stata ribattezzata. “Si va a colpire anche gli immobili per lo svolgimento dell’attività agricola – sottolinea Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti – tutti quei mezzi di produzione necessari per l’impresa agricola”.
Chiara la distinzione che l’organizzazione agricola vuole fare emergere: una cosa è un terreno agricolo utilizzato a fini agricoli, un’altra cosa è un terreno utilizzato a fini speculativi o hobbistici come evidenziato anche nella lettera che accompagnerà l’incontro con i primi cittadini. “Questa riforma fiscale – analizza Ciarrocchi – conferisce alle amministrazione comunali la facoltà di dimezzare l’aliquota prevista per i fabbricati rurali e di ridurre sensibilmente l’aliquota prevista per i terreni agricoli. Nelle loro mani è stato messo una buona fetta del destino dell’agricoltura del loro territorio. Non stiamo chiedendo di essere esentati, ne tanto meno un atto di bontà – conclude Ciarrocchi– stiamo chiedendo un atto di buonsenso in difesa di tutto ciò che l’agricoltura rappresenta e produce per il nostro territorio”.

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