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15 Gennaio 2010
CRISI: ALCE, SI ALLE BIOMASSE A FORNOLI

Ok alla riconversione dell’Alce per garantire l’occupazione e l’indotto. Coldiretti, la maggiore organizzazione agricola del territorio, punta sulla riconversione della cartaria Alce di Fornoli ad impianto di produzione di energia da biomasse per assicurare il futuro alle aziende agricole boschive – in tutto un centinaio - oggi “disoccupate” al pari dei 100 dipendenti dell’azienda. Il progetto proposto alla Provincia di Lucca per “salvare” l’ormai ex cartaria e i suoi lavoratori, piace a Coldiretti che chiede di “andare avanti e di proseguire nell’iter che porterà alla riconversione dell’impianto produttivo” precisando però come sia importante anche “verificare l’eventuale impatto ambientale sul territorio” come richiesto dai Comitati.
Quello boschivo è un indotto estremamente corposo per l’area che tradotto in numeri significa oltre 3 mila quintali di legname al giorno, circa 1 milione all'anno composto per la maggior parte da tronchi di albero (castagno, pioppo, ontano e faggio) ma anche di ramaglie frutto della lavorazione dei pali. E centinaia di famiglie che “vivono” grazie al bosco. Secondo Coldiretti attualmente l’energia prodotta nelle campagne produce solo il due per cento del totale ma stima che questa percentuale salirà all’8% entro il 2020. Oggi l’Italia importa energia da fonti fossili per oltre l’80% del  fabbisogno, mentre il costo dell’energia elettrica è superiore del 30% rispetto a quello degli altri Paesi europei.  “Grande impulso verrà dato alla produzione di energia da biomassa – spiega Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – l’opportunità di creare una centrale a Fornoli, e di conseguenza una filiera corta agro-energetica va in questa direzione. Il mondo agricolo può fare la sua parte anche in questo settore, e la farà. L’energia del futuro viene dall’agricoltura”. Coldiretti spiega quali saranno i benefici. Oltre a produrre direttamente la materia prima, gli imprenditori agricoli possono trarre grande vantaggio dalla produzione e dalla vendita di energia, con effetto di riduzione della dipendenza energetica e ricadute benefiche sulla bolletta energetica nazionale. La diversificazione e integrazione delle fonti di reddito e la creazione di occupazione in zone marginali sono alcune tra le più importanti ricadute sociali, mentre a livello ambientale sono fattori rilevanti sia la riduzione delle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, che il potenziale ripristino della fertilità del terreno in ambienti marginali. “Dalla centrale a biomasse può nascere una nuova economia – conclude il Direttore Provinciale, Francesco Ciarrocchi – può rappresentare un’opportunità di sviluppo di un settore che ha un forte impatto di servizio alla collettività. Da qui nasce l’esigenza, da parte di tutti, di valutare bene, e attentamente, i benefici per l’occupazione e per la popolazione”.

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