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30 Gennaio 2010
CINGHIALI: VITA DURA IN GARFAGNANA, APPROVATA LA LEGGE REGIONALE

Vita dura dalla prossima apertura venatoria (dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) per cinghiali e ungulati in Garfagna, in particolare nell’alta Valle: approvata la riforma regionale della caccia. Tra i comuni maggiormente “colpiti” dalla furia dei cinghiali: Piazza Al Serchio, Sillano, Minucciano, Camporgiano e San Romano.
Richiesta a gran voce in piazza, e attesa da mesi dal mondo agricolo di Coldiretti, dopo l’importante riforma della legge sugli agriturismi, l’organizzazione agricola porta a casa un altro importantissimo risultato: il contenimento del numero di ungulati, in particolare cinghiali. Si potrà cacciare anche con la neve, e per più tempo se necessario, per far fronte all’emergenza. Ed in caso di danni alle coltivazioni ed alla zootecnica potranno essere autorizzati abbattimenti mirati anche per storno, tortora orientale dal collare e piccioni. Conferito alle Province il ruolo chiave di gestire direttamente, e autonomamente, il prelievo degli ungulati con la possibilità di autorizzarne l'abbattimento in qualsiasi periodo dell'anno.
Comprensibilmente soddisfatti i vertici Provinciali dell’organizzazione agricola che sul tema degli ungulati si stanno battendo ormai da più di un anno. “E’ un risultato molto importante – sottolinea Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – che arriva dopo una mobilitazione durata oltre un anno. La Garfagnana, in particolare l’alta Valle, aveva bisogno di questa legge. I cinghiali, come tutti ormai sanno, sono una piaga per il territorio. Il loro numero è fuori controllo, e mancava una legge che garantisse la centralità dell’agricoltura. Siamo molto soddisfatti”.
Tra le principali novità l’individuazione dei ruoli e delle responsabilità nella gestione dell’emergenza. “Il ruolo della Provincia – sottolinea ancora la Pierotti – ora sarà fondamentale. A lei spetta ora la totale competenza in materia di pianificazione e programmazione; lo strumento di riferimento sarà il Piano faunistico venatorio regionale. Dovranno essere le province ad adattarsi a questi nuovo strumento regionale. In caso di mancanze, il ruolo della Provincia potrà essere “commissariato”: la Regione Toscana potrà infatti, intervenire nei confronti delle Province che lo adottano non rispettando le linee guida del piano faunistico o i piani straordinari, o in caso di inadempienza. E’ una garanzia di intervento”.
Coldiretti non manca di ringraziare la Regione Toscana per l’impegno portato a termine e il Presidente uscente, Claudio Martini. “Apprezziamo  il lavoro fatto dagli uffici della Regione e la volontà politica dimostrata dal presidente Claudio Martini, dalla commissione competente e da tutti i consiglieri regionali a prendere di petto, in modo bipartisan, una questione che rischiava di trasformarsi in un autentico allarme sociale – spiega Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti - Adesso ci auguriamo che il regolamento attuativo non vada a snaturare i contenuti positivi della norma. Il pericolo purtroppo c’è sempre ed è reale. Ma andiamo avanti fiduciosi”.
Previsto, tra le norme, la possibilità per i cacciatori di vendere i capi abbattuti in occasione di sagre e manifestazioni enogastronomiche. “Norma” che però non piace a Coldiretti perché “si trasforma – conclude - un’attività ludico sportiva in attività economica. Questa attività dovrà rispettare e osservare tutte le normative in materia igieni-sanitaria previste dalla legge”.

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