Non è la prima volta che i cinghiali si spingono verso i centri abitati. E’ successo, in questi mesi, un po’ in tutta la Toscana. You Tube è ricchissimo di video amatoriali che “raccontano” i viaggi dei cinghiali tra cassonetti e parcheggi spinti dalla fame e forse anche dalla curiosità. Una criticità, quella dell’eccessivo numero di cinghiali nella lucchesia, ma in generale in tutta la Toscana, più volte sollevata dalla Coldiretti Provinciale che in tempi non sospetti, e più precisamente nel mese di ottobre, aveva evidenziato il fenomeno della discesa di gruppi di cinghiali nelle aree a ridosso della città. Gli ultimi gravi casi a Carignano – Sant’Alessio dove diverse aziende agricole si erano viste radere al suolo interi raccolti contribuendo a portare ad oltre 50 mila euro i danni provocati dagli ungulati nel 2009, la metà imputabili proprio ai cinghiali. “E’ un fenomeno che da un paio di anni ormai – spiega Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – stiamo evidenziando alle Istituzioni Regionali e Locali. Non è un fatto nuovo che i cinghiali si spingano verso i centri abitati, ma è senza dubbio significativo di una criticità che va affrontata con determinazione. Le nostre aziende, ogni anno, subiscono migliaia di euro di danni: i cinghiali sono capaci di radere al suolo, in una sola notte, mesi di lavoro, e le misure messe in campo fino ad oggi sono deboli rispetto al numero dei cinghiali in costante aumento”. Coldiretti plaude all’iniziativa di urgenza varata dalla Provincia di Lucca: “L'agricoltura, e quindi gli agricoltori, sono una sentinella importante dell'equilibrio degli ecosistemi. Attraverso la presenza quotidiana sul territorio si possono raccogliere tempestivamente tutti i segnali di mutamento o rottura degli equilibri”.