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28 Ottobre 2013
CASTAGNE: RACCOLTO MAGRISSIMO IN GARFAGNANA (-60%), BOOM IMPORTAZIONI CASTAGNE “STRANIERE”

La stagione sarà, ancora una volta, magra, magrissima, ma a quote superiori agli 800 metri sul livello del mare le castagne non mancheranno. Castanicoltori ed appassionati dovranno quindi camminare parecchio quest’anno per assicurarsi le caldarroste; occhio però a quelle che arrivano dall’estero perché avrete il 50% di probabilità d acquistarle e trovarle nel piatto. A fornire una primo quadro è Coldiretti sulla base della previsioni dell’Associazione Nazionale Città del Castagno. L’andamento climatico unito all’aggressione del cinipide galligeno e per la prima volta anche alla presenza massiccia ed evidente degli ungulati condizioneranno la castanicoltura con raccolti dimezzati e perdite di prodotto con punte, in alcune aree della Garfagnana (in particolare nelle zone basse), fino al 60%. Andrà però meglio rispetto allo scorso anno dove il crollo aveva raggiunto anche il 90%. Ad incidere sulla mancanza del prodotto sono stati – spiegano Coldiretti e Associazione Nazionale Città del Castagno – la piovosità prolungata in primavera, durante la fioritura dei castagni, con dilavamento del polline e difficoltà nella allegazione, conseguente ritardo nella formazione dei frutticini unita ad un’estate calda con continua ventilazione di venti da Nord (tramontana) con disidratazione dei ricci, e rallentamento nell’ingrossamento degli stessi. L’annata è stata caratterizzata – proseguono Coldiretti e Associazione Nazionale Città del Castagno – da un forte sfarfallamento della Cydia precoce del castagno (Pammene fasciana) che ha contribuito alla caduta precoce di parte dei piccoli ricci. Ad incidere sull’annata di passione del settore, la presenza fuori controllo degli ungulati: cinghiali, caprioli e cervi che si cibano delle poche e buone castagne cadute a terra ed il cinipide contro il quale, la Regione Toscana, ha attivato un centro di moltiplicazione torymus presso il vivaio di Camporgiano in Garfagnana, di sua proprietà e gestito dall’unione Comuni Garfagnana, in modo da riprodurre e lanciare su tutto il territorio regionale l’antagonista naturale dell’insetto killer.
L’annunciata e prevedibile ridotta produzione locale ha provocato la massiccia importazione di prodotti dall’estero che sono cresciute del 20% nei primi sette mesi del 2013 dopo che nel 2012 erano praticamente raddoppiate rispetto all’anno precedente e quasi triplicate rispetto al 2010. Il risultato - precisa la Coldiretti - è uno storico sorpasso con gli italiani che hanno più del 50% di probabilità di trovarsi nel piatto senza saperlo castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia. Ecco perché se non si vuole correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare le sagre in programma in queste settimane dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.
Se dal punto di vista quantitativo la situazione è preoccupante il primato della qualità è confermato - continua Coldiretti - dalla presenza della Farina di Neccio della Garfagnana Dop tra i prodotti a base di castagna che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. La produzione sarà contenuta ma garantita dai bei castagni di altura.
Ma a rischio non c’è solamente la perdita del prodotto castagne che danno occupazione a centinaia di persone nella filiera anche in Garfagnana. Nonostante che la castanicoltura Toscana sia a maggioranza “part time”, la pochezza di produzione ha effetti sull’abbandono dei castagneti da parte dei castanicoltori, con conseguenze disastrose per il mantenimento del territorio, l’integrazione al reddito e alla continuità della sua presenza nei territori marginali e montani.
Per queste motivazioni, ricorda Coldiretti, è necessario che le Istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane.

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