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16 Marzo 2011
CARO ENERGIA: GASOLIO ALLE STELLE, FIORI TIPICI DELLA VERSILIA KO

Venti anni fa in Versilia si producevano 30 milioni di rose. Oggi poco più di 5 milioni. E’ l’effetto progressivo del caro gasolio che lentamente, anno dopo anno, ha obbligato le aziende florovivaistiche della Versilia a modificare produzioni, strategie di mercato, e spesso, anche la storia e il retaggio aziendale. Basti pensare, altro dato choc, che vent’anni fa erano un centinaio gli ettari coltivati a rose, soprattutto a terra. Oggi si parla di 10 ettari, e di un pugno di aziende specializzate che riescono ancora, con enormi sacrifici, a produrre rosse in Versilia e a scontrarsi con i produttori dei paesi extracomunitari che spesso utilizzano manodopera in nero e pratiche di produzioni dannose per l’ambiente.
Ma con i prezzi del gasolio schizzati alle stelle in queste settimane sono tutte le produzioni in serra come il lilium, il tulipano e la fresia tra le recise, e l’ortensia, tra le piante in vaso, prodotti tipici e fortemente radicati nella cultura aziendale della Versilia, a rischiare di fare la fine delle rose.
A manifestare tutta la preoccupazione di uno dei principali comparti della toscana è la Coldiretti Provinciale che sta seguendo con apprensione l’impennata senza freno dei costi energetici, ed in particolare del gasolio, elemento fondamentale per riscaldare le serre e consentire alle piante di crescere anche durante l’inverno. In pochi riescono ancora, e a fatica, a resistere, altri hanno già smesso, ed altri ancora, ci stanno pensando. “La rosa – spiega Cristiano Genovali, Vice Presidente Coldiretti Provinciale – per anni è stata una delle tipologie di fiore all’occhiello della Versilia al pari oggi delle Stelle di Natale. Di questo passo alcune delle produzioni tipiche come il tulipano, ed in particolare il lilium, prodotto in 7 milioni di esemplari, saranno ridimensionate. Il caro gasolio ha divorato, nell’ultimo anno, il 20% di reddito delle imprese provocando gravi scompensi aziendali. E stagioni rigide, e primavere sempre più in ritardo non ci aiutano davvero. Il gasolio è una delle cause principali di questo ridimensionamento delle produzioni”.
Rincari che stanno costringendo le aziende specializzate a posticipare le produzioni di alcuni mesi per “risparmiare” sul gasolio, con il rischio di fare i conti con la dura legge della domanda ed offerta. La Primavera, e le festività pasquali, uno dei momenti dell’anno di maggior “consumo” dei fiori, sono alle porte. “Le aziende – spiega ancora Genovali – sono obbligate, per spalmare i rincari nell’arco di un anno, a posticipare le produzioni. E’ impossibile programmare i cicli, e ci sono evidenti difficoltà nel rispettare le commesse. Il rischio, da qualche anno, è quello di trovarsi di fronte ad un mercato inondato di offerta con conseguenze sul prezzo. Le serre per produrre lilium, per esempio, devono essere riscaldate con 18 gradi costanti. Con questi costi non ci si fa più”.
Produceva quasi 3 milioni di steli solo due anni fa, oggi Vittorio Lemmetti, imprenditore di Lido di Camaiore, è stato costretto a ridimensionare enormemente gli articoli che produce. Era uno dei principali produttori di lilium della Versilia. “Il prezzo del gasolio è triplicato in questi ultimi anni – spiega Lemmetti, socio della prestigiosa Flor Holland – ed io sono stato costretto a modificare le produzioni. Oggi produco solo 350 mila steli di lilium e ho limitato molto l’utilizzo del riscaldamento. Al loro posto? Ranuncoli, anemoni e cinesini che hanno bisogno di riscaldamento in emergenza quando le temperature scendono sotto zero e che vendo ora principalmente sui mercati internazionali dove c’è molta richiesta. In questo modo spendo il 60% in meno di gasolio anche se il prezzo è triplicato”. Un effetto, quello del gasolio, che ha pesato molto sui cicli di produzione: “I lilium li produco in primavera, e non più a gennaio, febbraio e marzo. Il caro gasolio ci sta portando a cambiare le produzioni e le nostre strategie”.
Tra chi ha smesso di produrre rose c’è l’azienda di Giancarlo Vecoli di Massarosa. Un tempo era tra i leader in Toscana, oggi produce vasetteria, in particolare gerani, verbene e surfinie: “Troppo costoso produrre rose – spiega Tiziano Vecoli che è cresciuto tra le Dallas, una delle tipologie di rose più vendute – la concorrenza dei paesi extracomunitari e i costi di produzione con il gasolio a dettare i tempi: siamo stati costretti a cambiare tipologie di fiori e a puntare sulla vasetteria. Produciamo migliaia di vasetti per il mercato all’ingrosso ora, ma le rose resteranno sempre nel nostro cuore”. Storie che riportano al centro dell’attività di Coldiretti la necessità di riportare l’accisa sul gasolio a zero, e che è stata al centro di una mozione presentata dal Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Toscana, Loris Rossetti che ha chiesto alla Giunta Regionale di attivarsi, nell’ambito della conferenza Stato-Regione, per una campagna di sensibilizzazione volta alla reintroduzione delle agevolazioni. “La mozione è una forma di protesta in difesa di uno dei principali settori della toscana che si sviluppa nel distretto tra Lucca e Pistoia – spiega Rossetti - L’agevolazione sulle accise non è stato confermato all’interno del mille proroghe preferendo pagare le multe delle quote latte e premiando chi non ha rispettato le regole a discapito di un agricoltura che le regole le rispetta. I costi del gasolio sono raddoppiati e per tutelare un settore importante è necessario ripristinare le agevolazioni”. Una posizione sostenuta da Coldiretti: “Abbiamo più volte sostenuto – spiega Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti - l’importanza di riportare l’accisa a zero dopo la sua reintroduzione. Oggi l’accisa è il 22%. Sarebbe un passo in avanti importante, soprattutto in questa delicatissima fase, per consentire alle imprese di ammortizzare il colpo. Di questo passo, e con la concausa del caro gasolio, le produzioni invernali spariranno e ci ritroveremo un comparto con potenzialità dimezzate. La Versilia non se lo può permettere”.

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