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18 Gennaio 2012
BENZINA: IN TILT PRODUZIONE FIORI, SCALDARE LE SERRE E’ DIVENTATO UN LUSSO

Il caro benzina manda in tilt la produzione di tulipani, lilium, iris ed ortensie. Sta accadendo in Toscana dove le imprese agricole specializzate nelle produzioni in serra concentrate tra la Versilia e Pescia, il principale distretto produttivo della Regione, sono costrette a fare i conti con il prezzo del gasolio schizzato a +58% rispetto allo stesso periodo del 2011. Scaldare le serre è diventato un lusso a tal punto da costringere le imprese a rivedere produzioni, piani e strategie commerciali. Oggi scaldare 3000 metri di produzione in serra, per 10 ore al giorno (dalle 6 del pomeriggio alle 9 della mattina seguente), occorrono mediamente 450 litri di gasolio pari a circa 450/500 euro di costo al giorno.
Secondo Coldiretti un’azienda media (3 mila metri di serra) dovrà sborsare, per mantenere livelli di produzione accettabili, tra i 7 e gli 8 mila euro in più al mese. E via via a salire. “Ma in pochi ne hanno la forza economica – sentenzia Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti – le imprese che producono in serra, floricole come quelle orticole, saranno costrette a ridimensionare fortemente le quantità con effetti su livelli di produttività, sui costi di produzione e sul mercato”.
Il maggiore costo della voce energetica ha inevitabilmente ripercussioni pesanti sui costi di produzione, elemento fondamentale per rispettare i parametri di competitività sul mercato: “tra il 5 ed il 10% - analizza Marco Carmazzi, neo Presidente del Distretto Floricolo Interprovinciale Lucca-Pescia – a seconda della produzione. Il costo energetico è una delle voci che grava maggiormente sul prezzo finale, e di questo passo costi e ricavi saranno quasi livellati. Le aziende poi sono obbligate, per superare questa delicata fase, a posticipare le produzioni di alcuni mesi per risparmiare sul gasolio consapevoli che dovranno però fare i conti con la dura legge della domanda e dell’offerta. Tutti aspettano la primavera e temperature meno rigide per produrre. Poi c’è sempre l’accisa sul gasolio…”.
La soluzione, secondo il neo Presidente del Distretto Floricolo Interprovinciale, è da ricercare nell’impiego delle energie rinnovabili per abbattere i costi energetici: “L’utilizzo diversificato delle energie verdi, dal solare al geotermico, per produrre energia elettrica ma anche per scaldare le serre è una soluzione che non possiamo più scartare. Se vogliamo tornare ad essere competitivi, garantire livelli di produzione tutto l’anno ed essere indipendenti dagli sbalzi dei costi energetici, dobbiamo puntare sull’energia verde. La strada, per favorirne l’utilizzo, è quella degli incentivi e dei contributi. Ne parleremo al prossimo consiglio, a fine mese”. Emblematico il caso della Versilia dove un’altra delle produzioni simbolo, la rosa, ha subito un drastico e progressivo ridimensionamento: da 30 milioni di steli a circa 5 milioni in venti anni. Ma non è l’unico caso. La Versilia è anche la capitale della Stella di Natale e del tulipano. “Non c’è più proporzione tra costi e ricavi – sottolinea Cristiano Genovali, Vice Presidente Coldiretti Lucca e Presidente del Mercato dei Fiori di Viareggio – c’è una grande sofferenza dei livelli di produttività. Il prezzo del gasolio era già molto alto lo scorso anno quando arrivò a 50/60 centesimi il litro, ma ora, a questi livelli, non è più sostenibile. E’ impensabile che un’impresa possa bruciare al giorno 10-15 litri di gasolio al giorno spendendo il doppio rispetto all’anno prima. E’ economicamente impossibile: oggi è più conveniente paradossalmente non produrre ed aspettare i mesi più caldi quando le temperature saranno meno rigide”. Pesante anche l’incidenza sull’utilizzo delle macchine come i trattori e sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione.

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