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29 Ottobre 2010
AMBIENTE: LAGO MASSACIUCCOLI, SE OGGI E’ UNO STAGNO NON E’ COLPA DELLA SOLA AGRICOLTURA

“Basta dare la colpa all’agricoltura. Sul Lago di Massaciuccoli ci sono responsabilità diffuse e diverse. L’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini ha additato il mondo agricolo come principale responsabile, ma la sua affermazione è al quanto avventata”. Ha atteso alcuni giorni prima di replicare la Coldiretti Provinciale, il tempo necessario per avere dati, documenti e analizzare nei dettagli le motivazioni e le componenti che hanno portato all’inquinamento del Lago. A replicare all’Assessore Regionale è il Presidente Provinciale, Dina Pierotti che non ci sta a vedere l’agricoltura “colpevolizzata”. “Noi faremo la nostra parte in questa delicata ed importante partita – sottolinea la Pierotti – agricoltura e ambiente non sono due mondi a parte e divisi. Della tutela del patrimonio ambientale la nostra organizzazione ha da sempre fatto un principio e un valore, e non faremo certo venirlo meno adesso. L’agricoltura sul Lago di Massaciuccoli incide per la minor parte sul suo inquinamento. Sono altre le responsabilità, e ognuno dovrà prendersele”. Da parte sua la principale organizzazione agricola è disposta ad arrivare gradualmente – dietro ristoro per conversione delle aziende – alla modifica dei modi di coltivazione intorno al Lago procedendo con produzioni che hanno poca esigenza idrica, e un impatto ambientale ancor minore di quello attuale. “Ma ognuno – sottolinea ancora il Presidente – deve fare la sua parte. Questo è quello che contribuiremo a fare se necessario, e se quella agricola è davvero una delle cause principali”.
Responsabilità che, secondo Coldiretti, sono equamente da dividere tra i depuratori di Vecchiano e Migliarino, fognature non allacciate ai depuratori cariche di nutrienti che sfociano nei fossi, e da lì, nel Lago, alla torba, fenomeno su cui si è studiando già da alcuni anni, alla mancanza di un ricambio idrico e al livello del letto del Lago che si è alzato. “Il nostro contributo all’inquinamento non arriva al 10% se proprio vogliamo parlare di percentuali – chiosa il Direttore Provinciale, Francesco Ciarrocchi – i problemi sono diversi e di diversa natura”. Per Coldiretti ci sono responsabilità indirette anche del Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli con cui condividere però un progetto sperimentale di fito-depurazione – già utilizzato da altri consorzi del Nord Italia con ottimi risultati – e che ha dimostrato di voler mettere in atto una “inversione di tendenza che va oltre i suoi compiti. Sono già stati avviati contatti con alcune aziende agricole disponibili ad affittare i terreni al Consorzio per procedere alla sperimentazione del lagunaggio. Potremmo abbassare le percentuali di nutrienti che confluiscono nel lago anche del 50%”.
Ma c’è un altro progetto che sta a cuore agli agricoltori: l’acquedotto agro-industriale per poter finalmente riutilizzare le acque dei depuratori. Il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli sta infatti, predisponendo il progetto definitivo per la creazione del primo lotto “Migliarina”. “In Regione sono disponibili 2,5 milioni di euro – sottolinea Del Chiaro - anche in questo caso siamo in ritardo. Non sarà ultimato prima del 2012 mentre il mondo agricolo è pronto ad utilizzarne l’acqua depurata che dovrà rispettare i parametri imposti. Di chi sono le responsabilità –ironizza Del Chiaro”.
A contribuire pesantemente all’inquinamento la cattiva gestione della rete fognaria. “Le fogne non allacciate – spiega Maurizio Del Chiaro della Coldiretti Versilia – sfociano direttamente nei fossi per finire nel Lago senza nessuna filtrazione. Si tratta di acque con quantitativi di nutrimenti molto alti. Collegare le reti fognarie ai depuratori sarebbe già un passo avanti notevole”.
L’altro fattore inquinante si chiama, secondo gli studi, torba. Un’ipotesi sostenuta da studi scientifici e dal Sant’Anna di Pisa. Nella acque del lago sono infatti presenti, quantitativi di minerali provenienti dalla mineralizzazione naturale della torba che, “come sappiamo, non è altro che sostanza organica di origine vegetale – spiega Del Chiaro - che il fenomeno sia importante ed evidente si evince dal fatto che la “bonifica” cala (subsidenza) mediamente di tre centimetri ogni anno. Il risultato finale di questo complicato processo è un fondale brullo ricco di nutrienti inutilizzati che ad ogni sollecitazione, tornano in sospensione bloccando i processi di fotosintesi”.
Infine, la mancanza di un adeguato ricambio idrico. Al Lago serve acqua pulita e nuova esattamente come accade per le piscine e gli acquari. “Il lago oggi non ha un ricambio idrico commisurato alle proprie necessità. Allo stato attuale è infatti, uno stagno. Per questo problema è da valutare la questione del cosiddetto “Tubone” che resta una soluzione da prendere in considerazione. Siamo convinti che prima – conclude Del Chiaro – si debba procedere ad esportare il materiale organico che negli anni si è accumulato sul fonale al fine di aumentarne adeguatamente la profondità”. Coldiretti ribadisce che, per quanto riguarda gli aspetti ambientali “è disponibile a fare la sua parte”.
 
 

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