E’ stato costretto a “recintare” 6mila metri di vigneti per impedire ai cinghiali di rovinare anche questo raccolto. Alla fine della storia hanno vinto i cinghiali. Ha lo sguardo sconsolato Simone Basile, produttore e titolare dell’azienda agricola Cantine Basile sulla Via Provinciale di Vallecchia che si è visto dimezzare, lo scorso anno, il raccolto di uva. Un disastro “risarcito” con appena 300 euro nonostante la lettere inviata anche al Prefetto e le segnalazioni alla Provincia ed Atc, ed al Comune, l’ultima alcuni giorni fa. Ma già in passato erano state molte. “E’ un problema endemico che non è più gestibile e che necessita di risposte forti ed urgenti; – spiega il viticoltore – le mie vigne diventeranno un bunker. Non solo rovinano il raccolto, contribuiscono alle fragilità del territorio che provocano le frane. Ho provato questa esperienza sulla mia pelle”.
La storia di Basile è una delle centinaia che, non solo a Pietrasanta, toccano da vicino ormai ogni giorno imprese agricole e cittadini. Lo scorso maggio, a Viareggio, sul Viale dei Tigli, a poche centinaia di metri dal mare, e quindi non in montagna o collina, un cinghiale si è reso protagonista di un incidente. Solo questione di fortuna. A Castellina Marittima, la scorsa settimana, la stessa dinamica è costata la vita ad un trentanovenne. Per Coldiretti serve un piano di abbattimenti straordinari anche all’interno di aree e parchi dove oggi è impossibile cacciare e che rappresentano delle “riserve”. Nel particolare caso di Pietrasanta il parco nel mirino è quello delle Alpi Apuane. “Se vogliamo risolvere il problema – spiega Cristiano Genovali, Presidente Provinciale Coldiretti – si deve consentire, per un certo periodo, ai cacciatori di eseguire gli abbattimenti e le catture anche in queste zone che sono delle vere e proprie aree rifugio. I cinghiali, così come le altre specie di ungulati che oggi minacciano non solo più l’agricoltura, si rifugiano in queste aree che sono molto estese. E’ lì che proliferano”.
L’azione di Coldiretti, soprattutto nelle ultime settimane, si è intensificata portando gli agricoltori anche ad un blitz sotto la Regione Toscana. “Teniamo aperta la caccia per un anno o intensifichiamo gli abbattimenti: la popolazione deve essere ridotta per almeno il 50%. In Versilia, così come in Garfagnana, ci sono migliaia di ungulati di troppo. La popolazione per ogni ettaro nella nostra regione è pari a 20 contro una media di 0,5. 40 volte superiore. Sono troppi anche per un territorio come il nostro”.
30 Agosto 2015
UNGULATI: APRIRE CACCIA ANCHE NELLE “RISERVE”, VIGNE-BUNKER A PIETRASANTA PER EVITARE DANNI RACCOLTO