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13 Settembre 2011
CINGHIALI: SQUADRE DI “BATTITORI DI MANI” CONTRO I CINGHIALI, PROPOSTA CHOC DA TAVOLO DI LAVORO

Il rimedio contro i cinghiali? Battere le mani per farli scappare. E’ la ridicola “soluzione” proposta, in risposta all’emergenza cinghiali nella zona dell’Oltre Serchio (in particolare nelle zone di Camponi di S. Alessio, Ponte San Pietro e il Morianese), durante il primo tavolo di lavoro che si è riunito lunedì pomeriggio dopo il vertice in Prefettura e a cui hanno partecipato i rappresentanti della Provincia di Lucca, Comune, Polizia Provinciale, organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia e Unione Agricoltori), Atc e Corpo Forestale. Il tavolo di lavoro nato dopo le tante segnalazioni da parte degli abitanti, e non solo degli agricoltori, negli ultimi due anni è stato incaricato di analizzare l’emergenza e di risolvere un fenomeno ormai fuori controllo che oltre a provocare danni alle produzioni agricole, sta ponendo delle questioni anche per la pubblica sicurezza. I cinghiali sono stati avvistati anche nel parco pubblico di Cometti di S. Anna e in molte aree urbanizzate. L’ultimo eclatante caso in Versilia, a Vado di Camaiore: un agricoltore è stato addirittura caricato e morso da un cinghiale impegnato nella distruzione di parte del raccolto, nel tentativo di metterlo in fuga. L’uomo è stato addirittura portato in ospedale: ne avrà per 15 giorni. “Ma c’è ancora, come il rappresentante del Corpo Forestale Petrocchi – spiega Coldiretti – che ha il coraggio di sottostimare un’emergenza ormai di carattere sociale, come dimostra evidentemente anche questo caso, e metterne addirittura in dubbio insieme alla presenza, i devastanti effetti su produzioni agricole e sulla sicurezza pubblica. Il rappresentante della Forestale ha cercato di convincere il gruppo di lavoro che è sufficiente battere le mani per allontanarli. Se bastano squadre di battitori di mani per contenere i cinghiali ed evitare che divorino i raccolti, il problema è molto più semplice di quello che gli agricoltori ed abitanti hanno fino ad oggi pensato”.
Una posizione, quella di Coldiretti, dettata dall’incredulità dell’affermazione: “Il tavolo, e i rappresentanti degli Enti ed organi che ne fanno parte, ad esclusione del rappresentante del Corpo Forestale – spiega ancora l’organizzazione agricola – ha condiviso e constatato la presenza di un problema serio e reale che è sotto gli occhi di tutti. La Provincia si è impegnata e ha dimostrato grande attenzione nei confronti di questa grave emergenza attivando anche gli strumenti messi a disposizione dalle legge regionale sulla caccia come i prelevamenti straordinari. Gli interventi sono stati tempestivi. Non basta battere le mani per allontanare i cinghiali, magari fosse così semplice, purtroppo le soluzioni sono ben diverse. Il cinghiale deve essere prelevato dalle aree non vocate convenendo le soluzioni più idonee e sicure per i cittadini. Questi atteggiamenti – sottolinea ancora Coldiretti – danneggiano i cittadini e chi da mesi, anni, sta subendo la presenza dei cinghiali”. Infine Coldiretti lancia l’invito alle squadre di cacciatori chiamati ai prelevamenti straordinari nei distretti di competenza: “Tutti devono fare il loro dovere – conclude Coldiretti – compresi i cacciatori. Le battute straordinarie, la dove sono state attivate dalla Provincia, come nel caso della Versilia in queste settimane, non hanno prodotto gli effetti auspicati. Non crediamo sia una questione di numero di cinghiali; quelli ci sono in abbondanza come dimostrano le tante segnalazioni. E’ giusto valutare eventualmente, se non si ottengono i risultati sperati, l’opportunità di utilizzare squadre di cacciatori provenienti da altri distretti”.

 

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